{titolo}PALAZZO LEOPARDI{finetitolo}
{descrizione}Il palazzo Leopardi di Recanati si affaccia sulla piazzuola che prese nome da una famosa lirica di Giacomo, “Il sabato del villaggio”. L’attuale sua struttura non colpisce per una particolare grandiosità, ma per le sue linee semplici e signorili e si deve all’ultimo restauro, eseguito nel Settecento dall’architetto Carlo Orazio Leopardi, prozio del poeta. Negli altri lati della famosa piazzuola sorge a sinistra la chiesa di S. Maria di Montemorello, costruita da Pier Niccolò Leopardi nella seconda metà del Cinquecento: di fronte sta l’edificio delle scuderie che un tempo ospitava nei piani superiori alcune famiglie di domestici, fra cui quella della Teresa Fattorini, celebrata poi dal poeta come Silvia. I giardini, luogo dei giuochi di tante generazioni di bimbi, sono situati nella parte posteriore del palazzo: un tempo la famiglia possedeva anche gli spazi ad essi confinanti, fino a che, nella prima metà del Quattrocento, Blancina Leopardi li donò per la costruzione del Convento di Santo Stefano, ora sede dell’istituto Centro mondiale della poesia. L’intero primo piano, sopra le vecchie cantine, è occupato dalla famosa biblioteca, mentre il resto dell’edificio è abitazione della famiglia: per accedervi si sale un ampio scalone settecentesco, anche questo opera dell’architetto Carlo Orazio Leopardi. Sulle pareti sono murati alcuni reperti archeologici raccolti da Monaldo che pose anche fra due colonne l’architrave marmoreo, un tempo sul vecchio portone, con una scritta beneaugurante, unica testimonianza dell’antica struttura del palazzo. {finedescrizione}
{titolo_en}LEOPARDI PALACE{finetitolo_en}
{descrizione_en}The Leopardi Palace of Recanati overlooks the plaza that took its name from a famous lyric by Giacomo, “The Village Saturday”. Its present structure is not striking for a particular grandeur, but for its simple and elegant lines and it is due to the last restoration, carried out in the 18th century by the architect Carlo Orazio Leopardi, the poet’s great-uncle. On the other sides of the famous square stands the church of St. Mary of Montemorello, built by Pier Niccolò Leopardi in the second half of the 16th century: in front there is the building that once housed some families of servants in the upper floors. Among them the one of Teresa Fattorini, later celebrated by the poet as Silvia. The gardens, the place of the games of many generations of children, are located in the back of the building: once the family also owned the spaces adjacent to them, until, in the first half of the 15th century, Blancina Leopardi donated them for the construction of Convent of Saint Stephen, now home to the World Poetry Institute. The entire first floor, above the old cellars, is occupied by the famous library, while the rest of the building is the family’s home: to access it you have to climb a large 18th-century staircase, even this work by the architect Carlo Orazio Leopardi. On the walls some archaeological finds are walled up. They were collected by Monaldo who also placed between two columns the marble lintel, once on the old door, with a well-wishing inscription, the only evidence of the ancient structure of the building.{finedescrizione_en}
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